Il treno di Sissi

foto: Silvio Wyszengrad

 
Nel nuovo Museo Ferroviario di Augsburg,“ Rundhaus Europa”, che racconta la storia della cultura  europea attraverso 29 locomotive provenienti da diversi Paesi europei è esposta anche la storica locomotiva a vapore n. 415, appartenente alla ex-rete austriaca “Südbahn Vienna – Trieste“, utilizzata al tempo dell’Imperatrice Sissi.

Questa locomotiva, costruita nel 1897 e storicamente importante, è stata trasportata nel 2016 da San Pölten, presso Vienna, ad Augsburg.
Nella parte espositiva del Museo si possono visitare tre ulteriori padiglioni, dove sono esposte altre locomotive a vapore dell’epoca, che creano un‘atmosfera suggestiva.
www.bahnpark-augsburg.de

 

All’inizio del XIX secolo le innovazioni tecnologiche portarono a una nuova era. L’invenzione del motore a vapore fu rivoluzionaria. La mobilità ferroviaria e in nave a vapore aumentò esponenzialmente ed ebbe come conseguenza un vasto ampliamento della rete dei trasporti. Infatti, proprio nel XIX secolo, iniziò il moderno turismo con i viaggi organizzati, gestiti anche da agenzie specializzate, che permisero ai viaggiatori di iniziare a scoprire le località turistiche.

Per i ricchi, i nobili e le case regnanti in Europa e non solo in quell’epoca venivano costruiti appositamente treni arredati in modo lussuoso: a partire dall’anno 1873, per viaggiare adeguatamente, anche l’Imperatrice Elisabetta utilizzò una splendida carrozza ferroviaria che consisteva in una cuccetta e in un vagone ristorante, dotati di luce elettrica, riscaldamento e di un bagno

Per dare ai visitatori la possibilità di salire a bordo della carrozza di Sissi, la stessa è stata in parte ricostruita ed è possibile accedervi durante la visita. E’ possibile ammirarla al Museo di Sissi presso l’Hofburg a Vienna.
www.sisimuseum-hofburg.at

Ai tempi di Sissi, Trieste rappresentava la più importante città portuale della monarchia asburgica ed era il capolinea della Südbahn da Vienna. Nel 1878 fu costruita e inaugurata l‘odierna stazione Trieste Centrale.  A partire dal 11 giugno 2021 lo storico collegamento diretto, via rotaia, tra Trieste e Vienna è tornata attivo. Fermandosi a Graz, Maribor e Lubiana, la linea è stata inaugurata da un Eurocity che è partito da Vienna

Durante il regno austriaco-ungherese esisteva una seconda stazione, denominata Trieste Sant’Andrea, costruita nel 1906 dalla ferrovia austriaca-ungherese. I viaggiatori arrivavano da Vienna alla stazione di Trieste Sant’Andrea, che nel 1923 venne rinominata “Trieste Campo Marzio“.

Oggi l’elegante edificio ospita il Museo Ferroviario di Trieste Campo Marzio dedicato esclusivamente al mondo della ferrovia. Questa stazione di testa in stile liberty, realizzata nel 1906, rappresenta un gioiello architettonico che si trova raramente in Europa.
Nell’area espositiva esterna del museo si trovano locomotive e vagoni austriaci, ungheresi e tedeschi, che offrono una visione completa della grande storia dei trasporti ferroviari di questi territori.
www.triestecampomarzio.com

Statua di Sissi nel parco di Merano

Altre nuove stazioni ferroviarie vennero realizzate nel XIX secolo. E’ stata utilizzata da Sissi anche  la stazione di Merano, progettata da Luigi Negrelli nello stile del neoclassicismo viennese e inaugurata nel 1859.
Merano, collegata alla rete ferroviaria europea, diventò una zona di villeggiatura alla moda e la sua stazione, dal 2004, è tutelata come monumento.


Nel 1884 fu inaugurata anche a Budapest
la nuova stazione di testa elettrificata. All’epoca si trattava di una delle stazioni ferroviarie più moderne d’Europa, grazie agli architetti Gyula Rochlitz e János Feketeházy: troneggiano all’interno della stazione due statue raffiguranti gli inventori delle locomotive, James Watt e George Stephenson, incorniciate da splendidi affreschi per rendere loro omaggio.
La stazione ferroviaria di Gödöllö, nel 1867, è stata costruita  in onore della coppia reale. Da quell’anno Sissi e suo marito viaggiarono regolarmente in treno, assieme al loro entourage, per poter raggiungere il Castello di Gödöllö, un regalo da parte della Nazione Ungherese per l’incoronazione del re Francesco Giuseppe e della regina Elisabetta come sovrani d’Ungheria.

Facciata principale del Castello di Gödöllö, in Ungheria

Ancora oggi questo tracciato viene chiamato “il binario reale” e una volta all’anno il treno reale di Sissi si muove sui binari originali dalla stazione di Nyugati, in direzione di Gödöllö, fino a raggiungere il castello preferito dell’Imperatrice.
All’arrivo della coppia reale veniva steso un tappeto rosso, che partiva dalla sala d’attesa della stazione e arrivava fino all’ingresso del Castello di Gödöllö.
http://www.sisi-strasse.info/it/goedoelloe-budapest.html
Le stazioni ai tempi di Sissi si adeguarono ai passeggeri dell’alta società, che si aspettavano una lussuosa esperienza di vacanza. Nel 1858 il francese Louis Vuitton colse l’occasione e realizzò un baule innovativo per l’epoca con le giuste dimensioni per essere sistemato nella cuccetta dei treni.

Storica stazione ferroviaria di Possenhofen

Il re Massimiliano II, che promosse la costruzione della prestigiosa stazione di Possenhofen, morì prima che fosse inaugurata. Suo figlio Ludovico II fece continuare i lavori e si accertò che parte dei materiali delle fondamenta del Castello di Feldafing venissero utilizzati per costruire la stazione.
Nel luglio del 1869, per la prima volta, Elisabetta visse con entusiasmo l’esperienza di fermarsi con il treno a vapore alla stazione di Possenhofen.


Nella storica stazione ferroviaria di Possenhofen si trova oggi il Museo dell’Imperatrice Elisabetta, con la sua mostra permanente nella storica e fastosa sala d’aspetto.
www.sisi-strasse.info
www.kaiserin-elisabeth-museum-ev.de

 

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Alcuni comunicati stampa sui treni di Sissi

"mondo ferroviario viaggi", Stefania Mezzetti: leggi qui

Italia a Tavola - leggi qui:

On the Road, Novembre 2021 - leggi qui:

Cosa si fa, Dir. Egidio Genise - leggi qui:

Quotidiano online - leggi qui:

Viaggi & Tentazioni, Stefania Bortolotti - leggi qui:

ASA Magazine - leggi qui:

QNItinerari - leggi qui:

Riccardo Celani - leggi qui:

 

 

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